Perché fare un corso di abbattimento controllato?

Post

Comments   |   NOTIZIE

Ce lo spiega il nostro istruttore climber Stefano Lorenzi

“Chi me lo fa fare?!”…”tanto non è obbligatorio”… questi sono i commenti che, solitamente, parlando con i colleghi più giovani, sento esprimere a proposito della possibilità di frequentare un corso di abbattimento controllato.

Sorvolando un attimo sull’aspetto “legale“ della questione, che magari riesamineremo più avanti, vorrei riflettere invece sull’opportunità tecnica se fare o meno un corso del genere.
Quando io ho iniziato i mezzi di comunicazione non erano cosi evoluti, di conseguenza ogni occasione per aggiornarsi o acquisire informazioni era attesa come il Natale!!!

Si cercava in tutti i modi di frequentare corsi o partecipare a workshop e seminari, in alcuni casi anche costosi per l’epoca e lontani, ma si faceva di tutto per risparmiare i soldi necessari alla trasferta e al relativo momento formativo.

Posso capire che ora video, foto e informazioni girino sul web ad una velocità supersonica, ma è anche vero che tutti possono divulgare contenuti senza una vera selezione, non c’è quindi certezza che le notizie postate siano corrette o meno. Questo crea molta disinformazione e, nell’abbattimento controllato, può rilevarsi una cosa pericolosa.

Lo stesso discorso vale anche per la pratica ottima di collaborare tra professionisti, abitudine che sicuramente aumenta l’esperienza e crea condivisione di tecniche, ma che spesso può “formare” in modo errato il giovane climber o il giovane frizionista, questo perché, come succede per la guida di un auto, ognuno ha ormai degli automatismi o difetti che possono confondere il neofita del mestiere.

E’ quindi fondamentale, secondo me, che la formazione iniziale di un operatore che si avvicina al mondo dell’abbattimento controllato sia gestita da un centro di formazione con una provata esperienza nel settore e con istruttori che realmente tutti i giorni praticano la materia che insegnano, in modo da trasmettere all’allievo, oltre alla teoria e alle corrette procedure relative alle operazioni da eseguire, anche la “praticità” necessaria per risolvere i problemi che occorrono frequentemente in un cantiere di abbattimento controllato.

Detto questo mi preme sottolineare che, sebbene sia vero che nessuna legge rende obbligatorio questo tipo di corso, è altresì vero che un operatore è obbligato ad una formazione costante comprovata, quindi con degli attestati che certifichino i corsi frequentati.

Anche in caso di incidente sul lavoro, l’azienda potrebbe trarre vantaggio dall’aver impiegato personale adeguatamente preparato: chi sarà incaricato di verificare le responsabilità del caso, sarà forse più propenso a catalogarlo come fatalità, se il dipendente o l’artigiano è formato, piuttosto che come dolo; è inoltre comprovato che un lavoratore correttamente formato corre meno rischi di infortuni.

In ultimo mi va di analizzare la parte ludica e di passione che questo lavora comporta: poter in un corso sperimentare con gli istruttori tecniche nuove e soluzioni particolari per risolvere situazioni difficili è divertente oltre che stimolante.
Calare un pezzo fino a terra sentendo la corda che scorre nelle mani controllata da noi….comprendere che siamo noi a decidere quanto farlo cadere il tronco e possiamo fermarlo …credo che sia una sensazione unica per chi ama questo lavoro.
Il fatto esaltante poi è poter usare diversi tipi di frizione e carrucole: Hobbs…GRCS…tubo…etc etc
Capire come sollevare i pezzi…fare piccole teleferiche, rinviare i carichi e scomporre le forze per operare pressoché in ogni situazione!!

La genialità a volte di certe soluzioni trovate insieme per risolvere un problema è una soddisfazione unica e galvanizzante, ti crea poi il bagaglio di conoscenze per affrontare in futuro abbattimenti sempre più difficili.

Allo stesso modo lavorare in team climber/frizionista crea sinergie e automatismi esaltanti e i problemi sul cantiere si affrontano con più forza e decisione. Si impara ad essere leader ma anche assistenti e spalle di chi in quel momento gestisce il cantiere e dimostra di saper risolvere il problema.

Gli stessi rapporti di amicizia che si creano tra gli allievi spesso si traducono in collaborazioni di lavoro che fanno crescere il settore e rinvigoriscono il mondo del tree climbing.

Quindi la prossima volta che un giovane collega mi chiederà “ma chi me lo fa fare?”….”perché dovrei farlo?!”
Io gli risponderò mostrandogli i guanti cotti dalle frizionate e gli dirò “perché è utile … perché ti abilita ad usare una tecnica….ma soprattutto perché è divertente!!!”

Stefano Lorenzi

Leave a Reply