La Val d’Orcia è stata riconosciuta patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO, un luogo sospeso nella luce del sole, una valle ampia, un orizzonte immerso in mille orizzonti che cambiano di prospettiva mentre viaggi fra quei colli che pur non essendo delle montagne ti danno l’impressione di essere sempre in cima al mondo. Non so per quale misterioso complotto cosmico il mio lavoro ultimamente mi ha portato più volte, in questa valle, dove il territorio è il bene più prezioso e, la quercia delle Checche, un albero maestoso che nasce nel comune della ben nota Pienza, ne è l’ombelico. Quest’ albero incarna l’energia del luogo e l’amore che i suoi abitanti nutrono per lui . Ormai è noto che nella metà di agosto del 2014 un grande ramo della quercia è collassato al suolo, forse dire grande è riduttivo se pensate che il ramo aveva un diametro di 130 cm ed era lungo 25 m. Queste dimensioni vi danno un’idea di quanto sia maestosa la Quercia delle Checche. Questo evento così drammatico ha scosso il cuore della comunità della valle subito si è costituito un comitato cittadino, coordinato dalla Dottoressa Nicoletta Innocenti. Per la sua difesa che è cresciuto a ritmi esponenziali, pochi giorni dopo erano già oltre mille iscritti al gruppo fb SOS QUERCIA DELLE CHECCHE, a oggi sono circa quattromila iscritti.
Non è stata solo la comunità locale a prendersi a cuore del destino di quest’albero, la solidarietà è arrivata da tutto il mondo, e ovviamente anche da noi della Società Italiana di Arboricoltura, (SIA), che siamo intervenuti in diciotto volontari per evitare altre fratture improvvise. Il nostro intervento si è concentrato sull’obiettivo di alleggerire i rami più bassi che si protendevano all’esterno e quindi particolarmente inclini ad altri fratture.
Ora la Quercia delle Checche è stata riconosciuta come albero monumentale a tutti gli effetti, un comitato scientifico, del quale sono stato chiamato a far parte, si sta occupando di lei per definire il suo stato di salute e progettare soluzioni che ne proteggano l’integrità.
Finalmente un albero è riuscito a richiamare l’attenzione di un’intera comunità ed è diventato un argomento di cui parlare su cui riflettere.
Vorrei che questa quercia diventasse l’albero simbolo per richiamare l’attenzione anche su tutti gli alberi che vivono nelle città, nei parchi, nei viali. Alberi che troppo spesso per non dire sempre sono scempiati con mutilazioni orrende, le capitozzature. Vorrei che fosse questa l’occasione per ricordare anche questi esemplari minori, piantati nelle città, contro i quali l’ignoranza dei loro gestori e l’indifferenza dei cittadini, si accaniscono ogni anno mortificandone l’aspetto e ferendo l’animo delle persone più sensibili che impotenti devono rimanere lì a guardare tanta bellezza distrutta e dissacrata. Sarà forse questa la volta in cui noi italiani o almeno noi toscani acquisiremo una sincera sensibilità nei confronti degli alberi? Probabilmente no ma sarà senza ogni dubbio un passo avanti per vincere questa importantissima battaglia dove il premio è la bellezza dei luoghi in cui viviamo e un livello culturale più spesso.