E la luce divenne legno

Quando ero piccolo conoscevo un castagno dal tronco cavo nel quale si poteva entrare dentro, il fondo era ricoperto da uno strato di foglie secche e scricchiolanti ma risultavano comunque confortevoli e accoglienti una volta eliminati i ricci. Era un rifugio perfetto, anche se un po’ scontato per giocare a nascondino o per sedersi in cerchio insieme agli altri a gambe incrociate come fossimo stati il consiglio dei guerrieri della tribù dei Chirikaua, capeggiati dal grande Geronimo. Su altri alberi era facile arrampicarcisi, mettendo alla prova il proprio coraggio, l’equilibrio e la forza per tirarsi su e arrivare tra gli apici più alti.

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Volti fra le foglie

Quando si arrampica sugli alberi e si lavora insieme sulla stessa chioma, spesso si parla ci si racconta della nostra vita della nostra visione, siamo solo noi lassù in alto e ogni tanto ci diamo un occhiata per vedersi in faccia e allora spicca uno sguardo fra le foglie e gli occhi in quella cornice verde sono ancor più lo specchio dell’anima. Per me una persona con la quale salgo sugli alberi non è una persona come le altre, per me è speciale perché condivide come me una visione aerea del mondo, perché come me vive in equilibrio, perché affida la sua vita ad un pezzo di corda di poco più di un centimetro di diametro ed infine perché prende la propria vita nelle proprie mani. Continua a leggere Volti fra le foglie

Stagioni

Un passo avanti all’altro con un sacco di iuta pieno di pine, o se volete che mi esprima in termini più tecnici di strobili di Pinus pinea, arranco nel campo arato per raggiungere la vecchia auto di mio padre per depositare il tutto nel bagagliaio e finire la giornata, è così che ho cominciato. Giravo per le campagne e quando vedevo dei poderi circondati da pini chiedevo al proprietario se potevo raccoglierle in cambio di una leggera potatura. Salivo inventandomi sistemi rudimentali che con il tempo ho perfezionato. Generalmente ero solo, quando avevo fame mi fermavo a mangiare sotto un albero, quando avevo raccolto almeno un paio di quintali smettevo e andavo a venderle, è così che è iniziata la mia avventura tra le chiome. Continua a leggere Stagioni

Power Line

Il braccio da 40 m della gru mi passa sopra la testa, con attaccato una branca da 35 quintali. Il cielo è nuvoloso e sembra venga a piovere da un momento all’altro. I rami sono appoggiati nel campo, dove la vecchia quercia bianca ha vigilato per anni sullo scorrere del tempo, l’erba del campo è grassa e soffice e cresce su un terreno morbido e scuro, dove finisce, il campo inizia il bosco che esplode di colori autunnali in pieno contrasto con il cielo grigio del novembre del New Jersey. Continua a leggere Power Line

La paura degli alberi

La parola foresta significa fuori dalla città, quindi è ovvio che per l’uomo moderno il bosco sia luogo oscuro e ricco di pericoli, ogni fiaba, racconto e storia dona al bosco l’aspetto oscuro e misterioso abitato da creature bizzarre e pericolose come orchi, streghe folletti.
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Davvero pensate che gli alberi desiderino essere abbracciati?

La foresta è l’opposto della civiltà è il luogo, dove l’uomo non abita non vive e dove non ha mai vissuto è l’esatto contrario della città. A metà strada tra la foresta e la città vi sono i boschi. I boschi sono allevamenti. Di foreste vere, primarie, in Italia vi è rimasto ben poco, vi sono però boschi antichi, in altre parole coltivazioni di alberi abbandonate da quasi un secolo o più dove gli alberi hanno ripreso i loro spazi e le loro proporzioni, proprio grazie al fatto che l’uomo si è dimenticato di loro.
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Prime luci

Ci sono delle mattine della mia vita in cui quando esco ed è ancora buio per arrivare all’alba sotto un albero lo guardo e sono già li che stringo le corde per tirarmi su le mani mi fanno male i muscoli mi bruciano perchè fa freddo, comicio a tagliare ed i rami mi cadono addosso e vorrei imprecare.
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LA VIA DELLA FORESTA

La mia famiglia possiede una casa alle pendici del Monte Amiata, dall’orto si gode la vista della montagna e il suo manto di alberi composto in maggioranza da castagni e faggi,le macchie più scure svelano la presenza di abetine di abete bianco. Ho frequentato la casa fin dai primi giorni di vita e sono cresciuto guardando quella vastità che anno dopo anno ha rafforzato il suo richiamo, un richiamo irresistibile. Da lontano soprattutto durante l’inverno si possono scorgere enormi monoliti che svettano tra le cime degli alberi.
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